Introdurre il Reddito di Base in Italia: RED presenta il proprio Manifesto               

COMUNICATO STAMPA

Venerdì 20 settembre, ore 11.30

Palazzo Montecitorio – Sala stampa della Camera dei deputati 

È necessario introdurre un Reddito di Base incondizionato in Italia. Per contrastare il dilagare delle diseguaglianze, far fronte alla presenza sempre più massiccia della tecnologia nel mondo del lavoro al posto della manodopera umana, sostenere la transizione ecologica e una miriade di altre ragioni.

Lo sostiene l’associazione RED Reddito Europa Diritti, che venerdì 20 settembre, alle ore 11.30, presenterà il Manifesto per un nuovo umanesimo e un nuovo sistema socio-economico basato sul Reddito di Base Incondizionato nella sala stampa della Camera dei deputati, nell’ambito della 17esima Settimana internazionale per il Reddito di Base. Retribuzione minima, unione fiscale europea a carattere progressivo (con prelievo maggiorato su rendite, consumi e altre attività ritenute svantaggiose per la collettività), orari e periodi di lavoro drasticamente ridotti, oltre all’introduzione del Reddito di Base Incondizionato: sono i punti salienti intorno ai quali RED, nel proprio Manifesto, chiede alle istituzioni italiane ed europee di avviare riforme.Nell’Unione europea vivono circa 95 milioni di persone a rischio di povertà o esclusione sociale, pari al 21% della popolazione totale, di cui 28,7 milioni in grave deprivazione materiale e sociale (Rilevazioni Eurostat, 2022). «La pretesa di risolvere il problema della povertà col lavoro – si legge nel Manifesto di RED − si è infranta contro la dura realtà degli ultimi trent’anni e appare del tutto illusorio credere che il numero degli occupati possa salire ora, nel contesto di un uso sempre più massiccio di dispositivi elettronici, robotici e di intelligenza artificiale in ogni ambito. A questo proposito aggiungiamo un dato significativo: il tasso di occupazione della Regione Lombardia ha raggiunto quota 70,2%, il valore massimo della serie storica (dato Unioncamere 2023), in linea con la media Ocse», purtuttavia la Caritas Ambrosiana, usando la metafora del “pavimento appiccicoso”, ha denunciato in maniera chiara e inequivocabile che anche nella regione italiana più ricca e dinamica il povero è figlio di poveri che trasmettono il proprio svantaggio di generazione in generazione senza scampo.

Il Reddito di Base Incondizionato proposto da RED è «un’erogazione mensile di una somma in moneta a corso legale (euro) da parte della comunità politica, individuale, vita natural durante, a tutti i residenti sul territorio nazionale/comunitario in maniera incondizionata, senza alcuna contropartita e senza controllo delle risorse. Tale erogazione deve essere sostenibile e finanziata dalla fiscalità generale, senza comportare ulteriore debito pubblico, né conseguenze economiche svantaggiose per la collettività (inflazione). Pertanto andrà inizialmente destinata a una platea più circoscritta, a partire dai più disagiati, con un piano pluriennale che estenda la platea dei destinatari con criteri di progressività, secondo le coperture finanziarie disponibili, fino al ceto medio e in ultimo ai ceti abbienti. Tale misura è da considerarsi meramente distributiva, non assistenziale, dunque non deve avere nulla a che vedere con le politiche di inclusione al lavoro».

Secondo RED, l’introduzione del Reddito di Base non avrebbe effetti negativi sull’occupazione. Lo provano le diverse sperimentazioni in corso nel mondo e anche la crescita del tasso di occupazione che si è avuto in Italia dal 2019 al 2023 (dal 59% al 61%), «in precisa corrispondenza con l’attuazione del tanto disprezzato Reddito di Cittadinanza».

Alla presentazione del Manifesto di RED interverranno: Michele Gianella, Presidente di RED e Promotore per l’Italia dell’Iniziativa dei cittadini europei per il Reddito di Base Incondizionato; Mariella Vitale, Vicepresidente di RED; Sandro Gobetti, presidente di BIN Italia – Basic Income Network; Alessandra Bianchi, vicepresidente di UBIE – Universal Basic Income Europe.

«Il reddito di base incondizionato – affermano Michele Gianella e Mariella Vitale, rispettivamente presidente e vicepresidente di RED − è un tema non più rinviabile. Occorre approfondirne adesso i promettenti effetti benefici dal punto di vista socio-economico, che emergono dalla gran mole di documentazione disponibile sulle sperimentazioni attuate nel mondo, dalle Americhe all’Europa, dall’Africa all’Asia. L’Italia è il Paese che potrebbe avere le ragioni migliori e più urgenti per passare dalle sperimentazioni alla diretta introduzione, in maniera graduale, a partire dai più svantaggiati».

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