Il pollo di Trilussa è sempre più attuale.
In un pregevole video un esperto dell’ISTAT spiega molto bene come il poeta avesse ragione fino in fondo, aggiungendo che per ottenere una informazione un po’ meno ingiusta serve calcolare un dato “mediano”, anziché una semplice media.
Il ragionamento andrebbe fatto soprattutto a proposito del dato fornito dall’OCSE sui redditi italiani.
Il TG RAI Piazza affari non è l’unica testata che ha smontato il trionfalismo con cui è stato diffuso il dato OCSE della crescita dei redditi reali delle famiglie italiane. Si è trattato di un rimbalzino trascurabile, del 3,4% nell’ultimo trimestre, rispetto al (disastroso) periodo precedente, dovuto a normali aumenti contrattuali di alcune categorie, aumenti che si apprezzano particolarmente grazie alla bassa inflazione italiana. Un dato davvero misero a fronte delle perdite di potere d’acquisto degli anni precedenti (20% solo dal 2007) e in presenza di persistenti penose diseguaglianze che vanno accentuandosi, con ricchi sempre più ricchi e sempre più persone che scivolano nella povertà.
Se l’Italia ha un rimbalzino maggiore rispetto agli altri paesi europei è solo perché proviene da un contesto molto più critico. Infatti l’inflazione italiana è la più bassa di tutte perché nel medio e lungo periodo la stragrande maggioranza delle famiglie si è impoverita.
Quando passeremo dalla propaganda alla soluzione dei problemi?
La Statistica
Poesia di Trilussa
Sai ched’è la statistica? È na’ cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perch’è c’è un antro che ne magna due.