
Nell’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e dal nazifascismo, il 25 aprile 1945, sentiamo più che mai di ringraziare, “sobriamente” i patrioti insorti al culmine della guerra di resistenza nelle grandi città italiane del Nord, le truppe alleate, gli altri partigiani sparsi in tutto il Paese e il popolo della città di Napoli insorto spontaneamente nelle Quattro Giornate, 27 settembre – 1° ottobre 1943.
Li ringraziamo di cuore, seppur “sobriamente”, perché se oggi siamo in democrazia e possiamo portare avanti, col nostro impegno pacifico, la battaglia del Reddito di base incondizionato lo dobbiamo a loro, al loro sacrificio, alle torture che hanno subìto senza parlare, ai rischi che hanno corso per darci la libertà.
Per onorare la loro memoria, proponiamo una “sobria” manciata di versioni della canzone “Bella ciao“, che in tutto il mondo, in lingua italiana, è il canto della libertà che vince sull’oppressione, a rischio o al prezzo della vita.
Siamo certi che Papa Francesco, che fece la sua lotta di resistenza contro la dittatura fascista argentina, sarà ben contento di festeggiare questo anniversario da Lassù insieme a tutti noi, che ci impegnamo per costruire un mondo migliore, quello in cui gli esseri umani sono al centro, a partire dai più deboli. Quello che lui ha indicato. Gli dedicheremo il nostro prossimo articolo, nel giorno in cui, dopo aver raccolto l’affetto di centinaia di migliaia di persone, le sue spoglie raggiungeranno la sua sepoltura semplice, salutato sulla soglia della chiesa di Santa Maria Maggiore dai suoi preferiti: i poveri, gli emarginati, i dimenticati, gli oppressi.
Teniamoci stretta la democrazia e non diamola per scontata. Teniamoci stretta la libertà e facciamone buon uso. Impegniamoci tutti insieme per soccorrere chi è rimasto indietro e lottiamo contro le diseguaglianze e contro ogni forma di prepotenza.
Una mattina mi son alzato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
Una mattina mi son alzato
E ho trovato l’invasor
O partigiano, portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
O partigiano, portami via
Ché mi sento di morir
E se io muoio da partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
E seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
E seppellire lassù in montagna
Sotto l’ombra di un bel fior
E le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E le genti che passeranno
Mi diranno «che bel fior»
Questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà.