Ci pare inaccettabile che un’aggressione squadrista venga da più parti derubricata a generica “rissa” e che porgere una bandiera tricolore a un ministro della Repubblica possa essere considerato una “provocazione”.
Condanniamo con fermezza ogni forma di violenza, ancor più se perpetrata in un luogo sacro alla democrazia, come un’aula del Parlamento.
Al contempo vorremmo che i partiti progressisti cogliessero con ancor maggiore attenzione il segnale che proviene da paesi come Francia e Germania, economie prospere, democrazie solide, in cui esistono da molto tempo salari minimi e sussidi per la disoccupazione lunga e dove le destre estreme mietono consensi tali da poter rompere l’isolamento e guadagnare posizioni di governo nazionale o locale.
Ci pare pericolosamente miope continuare a insistere su misure necessarie ma non sufficienti, da sole, a contrastare la povertà dilagante in Europa. Auspichiamo una riflessione profonda e scelte coraggiose, che portino a una proposta politica all’altezza delle sfide dei tempi che viviamo e capace di riportare tanta gente sfiduciata al voto dando risposte credibili. Servono soluzioni che ci portino a gestire il “nuovo che avanza” e a fermare il nero che galoppa, che mostra chiare e inequivocabili nostalgie di tempi tragici, orrendi e non disdegna l’uso della violenza.
La proposta politica che serve non può prescindere dall’introduzione graduale del reddito di base incondizionato e universale, insieme a salario minimo, riduzione drastica degli orari di lavoro e riforme fiscali a carattere progressivo che ristabiliscano una situazione di equità, da cui ci si allontana progressivamente da decenni.
Lo abbiamo scritto nel nostro Manifesto, ora, dopo aver assistito all’avanzata delle destre estreme e alle scene inquietanti vissute in questi giorni, ne siamo più convinti che mai.