«È una questione di giustizia sociale, ma anche ambientale», ha detto, spiegando che il modello del basic income aiuterebbe a diminuire lo stress dei lavoratori, a limare le diseguaglianze sociali e a contenere l’inquinamento. Un sistema di ridistribuzione economica che partirebbe, in sintesi, da due pilastri: la carbon tax e la data tax.
Proprio la regolamentazione dell’uso dei dati è ormai un tema centrale dell’economia – citato recentemente dalla Commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager. Il lavoro di fornitura di informazioni che tutti noi svolgiamo ogni giorno per le più importanti piattaforme online sta creando la più grande accumulazione di ricchezze dei tempi presenti. «Non è corretto che i grandi colossi come Facebook, Google e Amazon ricevano gratuitamente i nostri dati, guadagnandone enormemente e senza che nessuno di noi abbia nulla indietro», ha sottolineato Standing.
Al momento, nel mondo ci sono circa 50 esperimenti che stanno dimostrando inoltre come un reddito garantito spinga le persone a essere più attive, aumentando la loro sicurezza in loro stesse e facendole sentire a tutti gli effetti parte della ricchezza di un Paese. «Con un reddito di base le persone possono passare più tempo a svolgere forme di lavoro diverse, come quello di cura, il volontariato, i lavori per la comunità e per l’ambiente», ha sottolineato Standing. «Attività che oggi non vengono considerate “lavoro” nelle nostre stupide statistiche, ma di cui abbiamo estremamente bisogno».