Intervento della vice presidente RED al Seminario internazionale della Rete di esperti giuridici MoveS “Social rights of Mobile Workers in the EU and Italian legal orders”

Di seguito il testo dell’intervento integrale, comprese le parti tagliate dal vivo per rientrare nei tempi assegnati.

Alcuni suggerimenti sul reddito minimo anche per i lavoratori stranieri a partire dalle sperimentazioni attuate nel mondo

Dott.ssa Mariella Vitale, Vicepresidente Associazione RED – Reddito Europa Diritti

Slide 1 – Titolo e oggetto dell’intervento

Buon pomeriggio a tutti, ringrazio la Rete di esperti giuridici MoveS dell’invito a partecipare a questo evento.

Slide 2 – Corretta definizione in inglese con citazione Van Parijs e Bibliografia essenziale

Parto immediatamente dalla definizione di Reddito di base, che non va confuso con il reddito minimo garantito, attribuito a chi dimostra di essere in condizione di bisogno, di povertà estrema, ovvero il Reddito di Cittadinanza introdotto in Italia in grave ritardo nel 2019. Il reddito di base incondizionato è l’erogazione diretta a tutti indistintamente, senza condizioni, di “un reddito regolare pagato in denaro a ogni singolo membro di una società, indipendentemente da altre entrate e senza vincoli”. C’è una ricca bibliografia di cui riporto solo l’esempio più autorevole in lingua inglese.

Slide 3 – caratteristiche che lo definiscono e lo differenziano da altre forme di erogazione diretta o Cash transfer

L’enunciazione teorica non esclude la possibilità di un’adozione progressiva in più tappe, partendo dai più bisognosi a salire, includendo successivamente prima il ceto medio e infine i più benestanti.

Slide 4 – l’impatto e importante e positivo che può avere su vari fronti, dalla salute psicofisica al lavoro di qualità

Slide 5 – report disponibili (panoramica mondiale)

È disponibile un’ampia documentazione sulle sperimentazioni attuate nel mondo, con numerosi studi che descrivono le evidenze emerse nel comportamento, nelle scelte e nei benefici riportati dalle persone che hanno ricevuto trasferimenti diretti e incondizionati.

Slide 6 – Mayors for Guaranteed Income

Negli Stati Uniti è sorta anni fa l’organizzazione dei Mayors for Guaranteed Income, a cui si sta aggiungendo una analoga rete europea.

Slide 7 – Namibia

Il progetto sperimentale in Namibia, partito nel 2009, è stato un punto di riferimento per altri successivi.

Slide 8 – India

Come quello attuato in India per la prima volta, per iniziativa del sindacato femminile Self Employed Women’s Association, seguito personalmente da Guy Standing, uno dei massimi esperti mondiali della rete del Reddito di base, esperimento a cui poi sono seguiti altri progetti nello stesso paese.

Slide 9 – Kenya

Uno dei report più interessanti è quello relativo al progetto Give Directly in Kenya. Give Directly è una Ong. Qui l’erogazione di un reddito di base a una comunità più ampia e per un periodo apprezzabile ha permesso di verificare, tra le altre cose, l’assenza di un impatto sensibile sull’inflazione.

Slide 10 – Finlandia

Altro studio di particolare rilevanza è quello sulla sperimentazione attuata in Finlandia, dove tra le altre cose si è osservato come il lavoratore autonomo con un Reddito di base ha più possibilità di gestire meglio il proprio lavoro. Ma in generale da tutte le sperimentazioni, emerge che il Reddito di base non scoraggia affatto il lavoro, anzi, migliora la salute psicofisica, abbatte le dipendenze e favorisce una migliore istruzione e formazione.

Slide 11 – ONU

Negli anni scorsi quindi è emerso un interesse trasversale tra vari attori, governativi e non governativi, con documentazione scientifica abbondante e circostanziata, e ci sono stati pronunciamenti diretti e documenti diffusi anche da enti internazionali come l’ONU, pochi mesi fa, a favore dell’introduzione di questa misura;

Slide 12 – FMI

O come il Fondo Monetario Internazionale, con questo Fiscal Monitor che, già nel 2017, ha aperto al reddito di base, sottolineando la necessità di correggere le diseguaglianze, affinché non compromettano la coesione sociale;

Slide 13 – OCSE

E l’OCSE, che in questo studio, nel 2022, ha passato in rassegna i risultati e i metodi di osservazione relativi ai report allora disponibili sulle sperimentazioni già concluse o già analizzate dai gruppi di studio e monitoraggio, suggerendo, per quelle successive, di prevedere campioni più ampi, con tempi di erogazione di durata maggiore.

Slide 14 – pilastro europeo dei diritti sociali, raccomandazione della Commissione e risoluzione del Parlamento Europeo

In Ue il Pilastro dei redditi minimi non è attuato in maniera omogenea nei 27 stati membri, anzi, stando al recente Parere del Comitato economico e sociale europeo, in merito alla Raccomandazione della Commissione sul reddito minimo, “Attualmente, in un gran numero di Stati membri la determinazione e la rivalutazione delle prestazioni di reddito minimo non sono né basate su una metodologia solida né correlate a indicatori di riferimento per una vita dignitosa basati su dati statistici”. Parimenti rimane non attuata la risoluzione del Parlamento Europeo sul Reddito Minimo Garantito che in particolare

a) “ritiene che l’accesso al reddito minimo debba essere effettivo, equo e universale per le persone prive di risorse sufficienti e che soddisfano i criteri di ammissibilità stabiliti dagli Stati membri, per consentire loro di vivere dignitosamente; rammenta che il reddito minimo dovrebbe rientrare nell’ambito di più ampi regimi di sostegno al reddito”;

b) “esprime preoccupazione per il fatto che i criteri di ammissibilità che richiedono un indirizzo permanente, un conto bancario o periodi sproporzionati di soggiorno regolare possono limitare l’accesso ai regimi di reddito minimo e imporre una situazione di indigenza ai gruppi svantaggiati, compresi gli stranieri, i Rom e le persone senza fissa dimora; invita gli Stati membri a garantire che i loro regimi di reddito minimo forniscano una copertura integrale ed efficace alle persone prive di risorse sufficienti e che soddisfano i criteri di ammissibilità, nonché a eliminare gli ostacoli, in particolare per i gruppi svantaggiati”;

c) “esprime preoccupazione per i bassi livelli di utilizzo del sostegno al reddito minimo negli Stati membri; invita gli Stati membri a sensibilizzare in merito ai regimi di reddito minimo, ai criteri di ammissibilità e ai relativi diritti e obblighi, nonché a combattere la stigmatizzazione”.

È evidente che il gap tra un paese e un altro condiziona la vita dei residenti come degli stranieri lavoratori: un italiano che lavora in Irlanda, se perde il lavoro, può fare richiesta del reddito minimo locale, mentre un cittadino irlandese in Italia accede a forme di protezione sociale molto più esili o non vi accede affatto. Dunque, potrebbe essere utile un Reddito di base per affiancare il Reddito Minimo Garantito o per sostituirlo.

Il Reddito Minimo Garantito europeo dovrebbe corrispondere alla soglia di povertà o rischio povertà, circa il 60% del reddito mediano nazionale pro capite, in ogni paese membro.

Slide 15 – criteri ipotizzati FMI per RBI

Viceversa con un Reddito di base, seguendo l’ipotesi indicata da uno studio del Fondo Monetario Internazionale che nel 2018, ha tracciato alcune ipotetiche linee guida, per gli stati che vogliano introdurre redditi di base, potremmo attestarci su un 25% del reddito mediano, trattandosi, per l’appunto, di un accredito mensile da sommare integralmente al reddito da lavoro e da piccola proprietà, per una platea di gran lunga più ampia.

Slide 16 – proposta RED

Noi, come associazione, abbiamo cercato una sintesi, anche con altre realtà associative, andando oltre il nostro Manifesto Reddito e servizi di base, per una proposta di legge di introduzione di un reddito di base in Italia, consegnandolo ad amici parlamentari e indicando con precisione le coperture finanziarie possibili. Si tratterebbe di un Reddito di base rigorosamente incondizionato, individuale, integralmente sommabile al reddito da lavoro o a proprietà e cumulabile in famiglia, esentasse, esclusivamente in moneta a corso legale (euro) secondo il seguente schema:

• Assegno compreso tra una forbice di €500/700 mensili, da 12 a 55 anni;

• Assegno compreso tra una forbice di €800/1.000 mensili, da 55 anni in su e per soggetti fragili, anche solo parzialmente invalidi, sia abili che inabili al lavoro;

• Bonus figli di €300 per ogni figlio da 0 a 11 anni, senza limiti al numero dei figli, cumulabile con reddito da lavoro e/o da proprietà familiari e redditi di base dei genitori;

• Destinatari: tutti i cittadini italiani e gli stranieri residenti da almeno 2 anni, compresi senza fissa dimora con residenza fittizia. Si inizierebbe a erogare il trasferimento ai soggetti più deboli, con una soglia di reddito da stabilire secondo le coperture disponibili, ma tale da coprire da subito tutta la platea della povertà assoluta, calcolata dall’Istat in 5,7 milioni di persone, di cui 1,3 milioni minori; successivamente andrebbe esteso alla platea della povertà relativa, stimata intorno ai 9 milioni di persone, poi al ceto medio, infine a tutti, anche ai più benestanti, sotto forma di sgravio fiscale annuale.

Proprio riguardo all’estensione ai residenti stranieri abbiamo incontrato difficoltà a farla passare in questi termini, a causa del preconcetto che includere gli stranieri residenti da meno di 5 anni comporterebbe un ulteriore afflusso di immigrazione irregolare.

Per superare queste difficoltà, sarebbe necessario un Reddito di base europeo, che, sulla base di un presupposto teorico completamente diverso da quello che fa da base alle misure attuali, potrebbe rappresentare uno strumento molto utile per i lavoratori stranieri, sia comunitari che extra europei, perché assai più agile e semplice da gestire e molto più aderente alla realtà attuale di grande mobilità tra lavoratori di diversi paesi e per periodi assai variabili e sempre più incerti. L’erogazione mensile dell’accredito, può variare da paese membro a paese membro dell’UE, ma deve essere strutturato in maniera sistematica in ciascuno di essi.

Slide 17 – ICE RBI

L’Iniziativa dei Cittadini Europei per il Reddito di base può rappresentare uno strumento essenziale per esercitare pressione sulle istituzioni europee, al fine di ottenere qualcosa di molto più efficace di un pilastro rimasto sulla carta e di raccomandazioni puntualmente ignorate: serve una direttiva che obblighi gli stati membri a introdurre redditi di base in maniera autonoma, ma omogenea, che valgano per tutti i lavoratori stranieri, senza discriminazioni, per cittadini comunitari, immigrati regolari e rifugiati, da subito, e per migranti regolarizzati, dopo un tempo ragionevole di residenza continua.

Slide 18 – BIN Italia UBIE e la rete internazionale del Reddito di base

A questo fine continueremo a fare corretta informazione sul Reddito di base, insieme ad altre realtà associative, a partire da BIN Italia, punto di riferimento italiano della rete internazionale del Reddito di base, dall’organizzazione Europea Universal Basic Income Europe, e in collaborazione con esse, faremo del nostro meglio per promuovere un Reddito di base comunitario, anche e soprattutto con lo strumento dell’Iniziativa dei Cittadini Europei, che verrà proposta entro il prossimo anno, 2025, dal coordinamento dei promotori, di cui fa parte per l’Italia, il presidente di RED, Michele Gianella.

Grazie dell’attenzione

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